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Negli ultimi mesi si è iniziato a parlare in modo sempre più insistente di Comunità Energetiche (CER – Comunità di Energie Rinnovabili), partendo proprio dalle comunicazioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Cerchiamo di capire meglio insieme, allora, di cosa stiamo parlando.

Comunità Europee | Cosa sono?

La finalità delle Comunità Energetiche è quella di fornire benefici ambientali, economici e sociali alla comunità e contribuire a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030.

Come? Mettendo insieme delle persone che si uniscono per autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili così da rafforzare anche il percorso di sicurezza energetica dell’Italia valorizzando il territorio.

Le fonti utilizzabili che possono essere “messe in comune” sono, come abbiamo detto, tutte le rinnovabili accessibili in questo momento come ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, le biomasse o l’idroelettrico.

Da sottolineare che la potenza nominale dei singoli impianti non può superare 1 MW.

Sono vari gli attori che possono decidere di costituire una Comunità Energetica:

  • cittadini
  • enti locali
  • associazioni
  • condomini
  • terzo settore
  • cooperative
  • enti religiosi
  • piccole e medie imprese.

I vantaggi delle Comunità Energetiche

Le agevolazioni partono da un incentivo in tariffa rivolto a tutto il territorio nazionale che prevede dei risparmi sui costi dell’energia per tutti coloro che fanno parte della Comunità Energetica su una potenza massima di 5 GW.

Inoltre saranno erogati dei contributi a fondo perduto ai territori dei comuni sotto i 5000 abitanti.

Questo contributo, previsto fino a 2,2 miliardi di Euro dal PNRR, andrà a coprire fino al 40% dell’investimento per chi crea la CER e sarà ovviamente cumulabile con l’incentivo in tariffa di cui abbiamo appena parlato.

Per richiedere il contributo sono richiesti i seguenti passaggi:

      • individuare un’area in cui costituire la Comunità Energetica e gli utenti con cui associarsi che dovranno essere collegati alla stessa cabina primaria;
      • creare la CER stilando uno statuto e un atto costitutivo che incentri i suoi obiettivi sui benefici ambientali, economici e sociali;
      • ottenere l’autorizzazione a installare e connettere l’impianto alla rete per renderlo operativo;
      • richiedere l’incentivo al GSE

È possibile anche richiedere preventivamente al GSE, una volta creato lo statuto, se il progetto può essere ammesso all’incentivo.

Sarà interessante capire l’evoluzione di questo importante progetto e valutarne insieme gli effettivi risultati ottenuti.

Come sempre consultare tutti i nostri articoli potete visitare il nostro blog.

 

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